Sclerosi multipla: i livelli liquorali della proteina beta-amiloide possono predire la progressione della malattia
Uno studio pubblicato su Multiple Sclerosis Journal ha dimostrato una correlazione, già nelle fasi precoci di malattia, tra i livelli liquorali della proteina beta-amiloide e una prognosi peggiore nei malati affetti da sclerosi multipla.
Lo studio è stato coordinato da Elio Scarpini della Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Centro Dino Ferrari.
La sclerosi multipla è la più comune malattia infiammatoria cronica del sistema nervoso centrale. È una patologia immunitaria che comporta un danno della mielina, la guaina che riveste i neuroni.
Diversi studi suggeriscono, però, anche un ruolo della morte neuronale ( neurodegenerazione ) nella patogenesi della malattia.
L’obiettivo della ricerca è stato quello di indagare il possibile ruolo prognostico dei livelli di beta-amiloide ( proteina coinvolta nella genesi della malattia di Alzheimer ) nel liquido cerebrospinale ( CSF ), mediante la determinazione di un valore soglia per classificare i pazienti in progressione lenta e veloce; per valutare una possibile associazione con il danno della sostanza bianca e grigia cerebrale, già nelle prime fasi della malattia e per fornire ai clinici un aiuto per identificare tempestivamente strategie terapeutiche più o meno aggressive.
Per lo studio sono stati reclutati 60 pazienti sottoposti, per 3-5 anni, a regolari valutazioni cliniche e a una analisi del liquido cerebrospinale per determinare i livelli di beta-amiloide, e a due risonanze magnetiche cerebrali (a l basale e dopo 1 anno ).
Sono stati osservati livelli liquorali inferiori di beta-amiloide nei pazienti con una più rapida progressione di malattia, dimostrando come la proteina beta-amiloide sia un predittore del peggioramento clinico nella sclerosi multipla.
In conclusione, lo studio ha dimostrato che i livelli di beta-amiloide nel liquido cerebrospinale possono essere un biomarcatore di progressione nella sclerosi multipla.
Lo studio ha indicato anche una ipotesi di studio, ovvero che livelli bassi di beta-amiloide possano associarsi a una diminuita capacità di riparazione mielinica ed assonale, evidenziato da un precoce perdita di sostanza bianca e grigia cerebrale.
Tuttavia, il ruolo preciso svolto dalla beta-amiloide nella sclerosi multipla rimane ancora da determinare.
In particolare, resta da chiarire se questa proteina abbia un ruolo causale o rappresenti un epifenomeno nell'ambito dei processi riparativi neuroassonali. ( Xagena2018 )
Fonte: Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico, 2018
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